OFFICINE DELL'UMBRIA 2015
Palazzo Lucarini Contemporary, Trevi (PG)
Artisti Lisa Wade e Carmelo Nicotra con la partecipazione di 200 bambini del II circolo di Foligno e dell’Istituto Comprensivo T. Valenti di Trevi.
A cura di Maurizio Coccia e Mara Predicatori.
Per la XII edizione del progetto espositivo didattico Officinedellumbria, l’arte diventa una pratica partecipata e condivisa e parla dell’IO e dell’Altro che generano l’Incontro.
Grazie all’approccio sperimentale e partecipativo degli artisti Lisa Wade e Carmelo Nicotra il progetto di residenza Officinedellumbria_2015 ha condotto alcune scolaresche umbre a produrre direttamente al museo una serie di lavori frutto di un lavoro congiunto e considerato dagli artisti opera ad un tempo personale e collettiva. I bambini partecipanti, infatti, (circa 200 provenienti dal II Circolo di Foligno e dall’Istituto Comprensivo di Trevi), sono stati presenti una settimana al museo a realizzare alcuni progetti artistici strettamente connessi alla poetica e ai mezzi espressivi degli artisti. Entrambe gli autori, infatti, molto attenti alle dinamiche sociali e relazionali, hanno ideato 5 diversi laboratori ove i bambini hanno potuto sperimentare su loro stessi la dimensione relazionale della nostra esistenza. Le opere dunque, realizzate nella settimana di residenza a Trevi, parlano di questo continuo incontro dell’individuo con l’altro, dell’essere di ciascuno sempre in rapporto a qualcos’altro: spazi, persone, oggetti, contesti sociali.
La mostra presso Palazzo Lucarini Contemporary presenta installazioni site-specific, video, collage a dimensione ambiente, libri surreali monumentali che narrano questo inedito e coraggioso esempio di arte partecipata dove l’operato degli artisti e dei bambini si fonde, confonde ed espande per mettere in valore una nuova pratica artistica. Un esperimento creativo di indubbia fascinazione che sposta il dibattito artistico sulle forme di produzione di stampo partecipativo e sociale.
PASSA PAROLA
2015 | 38 sedie, fascette in plastica, dimensioni ambientali
38 bambini e 38 sedie. Le stesse che potrebbero trovare a scuola. Ogni bambino ha la sua sedia e deve rappresentare la relazione che ha con gli altri bambini posizionandola nello spazio a seconda del tipo di rapporto che ha con i compagni. Può essere un rapporto stretto (vicinanza), relativamente scarso per mancanza di frequentazione (lontano), può essere di inimicizia (spalla contro spalla) o di confronto (un gruppo di due o più sedie in cerchio). Fissando queste posizioni con delle fascette, le relazioni sono state bloccate per una visualizzazione dei mille modi in cui stiamo (o potremmo stare) con gli altri. Lo spettatore è ora invitato a sedersi e a sperimentare consapevolmente il proprio essere con il prossimo. Al centro del museo una sorta di piazza che trasforma in arte la pratica della socializzazione.
MY FAVORITE THINGS
2015 | Oggetti vari, carta colorata a cera, Video installazione, 12' 00"
Il laboratorio ideato per le classi I di Trevi, in linea con la comune poetica dei due artisti, ha dunque esplorato la relazione tra persona ed oggetto. Lisa e Carmelo hanno richiesto ai bambini di portare da casa un gioco, una cosa, un elemento a cui in qualche modo erano legati. Con una serie di attività ludico-esplorative, hanno invitato i piccoli collaboratori a guardare con occhi diversi questi oggetti facendoli classificare ogni volta in modo differente, facendone ritratti realistici (con pennarelli) e poi sempre più astratti (usando anche l'ombra in proiezione che ne regala una versione fantasmatica). Di questo processo esplorativo in mostra non rimane nulla. Gli artisti, infatti, decidono di esporre direttamente su un "tappeto" cromatico realizzato con la tecnica del frottage i singoli oggetti. Ogni pupazzo, gioco, maglietta, è infatti in qualche modo un attivatore di memorie. Traccia di vissuti (rivelabili per altro anche nel video installato nella stanza a fianco) gli oggetti diventano elementi da museo, capaci di rievocare con la loro semplice presenza l'eco dell'infanzia di ciascuno. Così come nei musei che raccolgono vestigia etrusche o romane, una semplice brocca, un orecchino o un lampadario ci suggeriscono storie di civiltà, questi piccoli oggetti possono risvegliare in noi nessi emotivi e narrativi senza fine.
Il video si lega all'installazione di giocattoli nella stanza a fianco. I bambini di Trevi, invitati dagli artisti a portare degli oggetti per loro significativi, raccontano alla telecamera l'importanza di quell'oggetto, e ne descrivono alcuni particolari indicativi. Per dare importanza alla relazione tra soggetto e oggetto e maggiore universalità alle ragioni di questa relazione, le riprese sono concentrate sull'oggetto e le mani che lo manipolano, e non sui volti dei bambini.
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